Tour D'Arte "Equilibrio Sopra La Follia" (30 Maggio - 10 Ottobre 2010)
 

Per le opere esposte si rimanda all'apposita galleria

 

PRESENTAZIONE CRITICA (a cura del critico Luna Donvito)

Nel 2007 Vincenzo D’Acunzo lancia, prima di tutto a se stesso, una nuova provocazione, decidendo di riapprodare al figurativo dopo anni di ricerca nel campo dell’arte materica, condotta assemblando oggetti che già godevano di vita propria e a cui andava aggiunto esclusivamente il colore. A una pratica caratterizzata da una totale libertà compositiva ed espressiva come l’assemblaggio, segue dunque un realismo pittorico frutto di un intenso impegno, fatto di lunghe e giornaliere sedute al cavalletto. L’instancabile aspirazione a superarsi a ogni costo e a ogni nuovo confronto lo coinvolge fortemente ed è probabilmente questo il motivo che gli fa distruggere tutti i bozzetti preparatori, poiché non rasentano neanche minimamente l’accuratezza a cui mira. Questa rinnovata tensione al realismo è dunque vissuta in modo tormentato dal pittore, quasi come una prigionia o una sorta di castrazione, frutto del desiderio, tanto struggente quanto irrealizzabile, di perfezionare un soggetto fino a renderlo reale. Il suo rilancio dell’immagine figurativa è quindi interpretabile come una sorta di istigazione personale alla ricerca, come l’ennesima sperimentazione di un artista che nel tempo si è accostato ai più svariati mezzi espressivi e che torna a sorprendere per la determinazione e l’aggressività con cui intraprende questa nuova fase della sua esistenza artistica. Un pittore «con il coltello tra i denti», come egli stesso, scherzando, ama definirsi, e che dopo quarant’anni di carriera vuole cambiare rotta, ancora una volta.
La mostra presenta ventotto opere che ritraggono persone note sullo scenario internazionale e alcune conosciute, per lo più, a livello locale. Le opere sono accomunate esclusivamente dall’iconicità del ritratto e dal rigoglio del colore, poiché il modus operandi adottato nella loro realizzazione spazia da una suggestione a un’altra con grande facilità. Sono lavori realizzati quasi tutti nell’ultimo anno, che mostrano con ogni evidenza un totale strappo rispetto alla produzione precedente. Per quanto i ritratti siano fedeli e i particolari fisiognomici permettano di riconoscere immediatamente il soggetto raffigurato, essi rivelano al contempo un’indagine psicologica sottile, ma eloquente. D’Acunzo ha legato ad un unico filo i contenuti dell’esposizione con il titolo Equilibrio sopra la follia, poiché la vita, secondo l’artista, è scandita da una straordinaria dicotomia, quasi una tensione dialettica tra ragione e follia che accompagna l’esistenza di ognuno di noi. La follia, quella “sana”, è fonte generatrice di ogni creatività, di qualsivoglia passione, della genialità, dei misteri della fede e della vita; essa diventa il contrappeso in base al quale bilanciamo la nostra stabilità. È partendo da questa consapevolezza che l’artista ha indagato nella vita dei suoi personaggi, donne e uomini, per coglierne aspetti significativi che potessero andare a costituire il nucleo espressivo dei loro ritratti. Egli non manca di segnalare l’assoluta amarezza che consegue all’interruzione di un flusso di coscienza, che sia quello di un poeta, di un cantautore, di un ragazzo “normale” come Christian, di una poetessa, di un musicista o di una donna in odore di santità. E se è questa la denuncia più acuta che segna molte delle sue opere, va osservato che altre invece ritraggono persone accomunate semplicemente dalla loro partecipazione alla vita umana, che «non è altro che un gioco della follia», come scriveva Erasmo da Rotterdam nel suo elogio.
Non convince l’apparente pacificazione dell’artista con se stesso; queste opere rumoreggiano, toccando temi universali e al tempo stesso di grande attualità come la musica, la poesia, lo sport, la morte giovanile, la maternità, in cui è frequentemente avvertibile un senso di accusa, seppure apparentemente solo sibilato. Spesso, infatti, il messaggio viene solo in apparenza addolcito e a uno sguardo più attento la denuncia emerge con forza, generando un retrogusto amaro. Verrebbe da chiedersi cosa sia cambiato rispetto alle precedenti fasi artistiche. D’Acunzo sicuramente risponderebbe «assolutamente nulla», considerato che la contestazione, quella che ci porta a riflettere, è rimasta illesa.
Tra le personalità ritratte, un grande gesto d’affetto è rivolto al poeta Albino Pierro, nato a Tursi e più volte candidato al Premio Nobel per la Letteratura. Dopo gli “strappi” subiti - l’allontanamento dalla madre prima, dalla terra natale poi - questi sviluppò una veemente capacità comunicativa e poetica. In questo aspetto D’Acunzo trova forse un’ulteriore affinità elettiva col poeta. Pierro amava profondamente la città di Tursi e in special modo il rione della Rabatana, terra del ricordo; ne pativa la lontananza e nei suoi versi scriveva: «L'agghie lassète u paise / ca mi davìte u respire d'u cèe (ho lasciato il paese / che mi dava il respiro del cielo)». Nel ritratto Albino Pierro, tursitano nell’anima gli occhi del poeta rivelano determinazione e nostalgia; uno sguardo profondo domina il volto, incorniciato da un taglio fotografico avvincente.
L’altra opera dedicata a Pierro è Tra poesia e pittura: “jèttete u bbànne e dìcete”, titolo tratto dalla raccolta di poesie Metaponto e chiaro riferimento all’arte della parola. Nell’espressione il pittore coglie la volontà del poeta di esprimere il proprio pensiero con tutta l’impetuosità che lo animava e che ha fatto di lui un grande divulgatore, un apostolo dell’epoca odierna. D’Acunzo attribuisce un’importanza particolare allo sfondo del dipinto: Pierro, infatti, si staglia su uno scenario assai noto, quello de La Vucciria di Renato Guttuso, del 1974. Non a caso lo storico mercato di Palermo, amato da Guttuso, ha in comune con la Rabatana di Pierro la fondazione storica: entrambi infatti hanno origini arabe. Qui D’Acunzo rende dunque omaggio all’artista siciliano, che ha fatto di un realismo in chiave critica la sua arma di denuncia e che rappresenta per lui un importante punto di riferimento. Il colorismo dinamico e luminoso, l’accostamento a volte stridente delle più svariate tonalità cromatiche, che hanno maggiormente contraddistinto l’opera guttusiana, torneranno ripetutamente a stimolare D’Acunzo, come, ad esempio, anche in Autoritratto.
«Anche la follia merita i suoi applausi» scriveva Alda Merini. L’artista, in Alda Merini: l’essenza liberalizzante dal non essere, ritrae questa straordinaria donna, che rappresenta forse una delle più geniali declinazioni della follia. Il suo sguardo intenso e penetrante smentisce la sua presunta malattia mentale e va al di sopra dei giudizi e soprattutto dei preconcetti. Al di sopra di tutto quello cui la vita l’ha condannata, senza riuscire a toglierle il genio e la libertà di pensare. Nata nell’equinozio di primavera e scomparsa nel giorno di tutti i Santi, le fu inflitta la sconvolgente esperienza del manicomio, poiché il suo talento artistico fu “confuso” con una patologia. Dipinta anche da Aligi Sassu, torna in questa mostra ad essere eletta a musa. La pennellata qui è più morbida e meno investigativa, come anche avviene in De Andrè: poeta musicale. Forse personalità così sovversive e comunicatrici hanno suggerito al pittore un gesto più rapido, istintivo, diretto.
In Pasolini: aspetto ancora un perché, lo scrittore, poeta e regista italiano ha una grata davanti al volto che gli copre la bocca. Una morte tragica, intrisa di mistero, ha messo il bavaglio a una delle figure intellettuali più importanti del XX secolo. Pasolini non ha potuto più parlare, non ha potuto più dare voce alle sue riflessioni. «La morte non è nel non poter comunicare, ma nel non potere più essere compresi», scriveva ne Le ceneri di Gramsci del 1957. Còlta la natura umana dello scrittore, il messaggio che D’Acunzo scrive tra le righe di quest’opera è dichiaratamente un manifesto contro l’omofobia e la repressione delle libertà individuali, che fortunatamente suona come una speranza: la bocca dell’intellettuale è messa a tacere, ma non il suo pensiero, che traluce dagli occhi al di sopra della museruola che i suoi assassini e la società perbenista gli hanno ingiustamente imposto.
D’Acunzo affronta in Energia materna un tema a lui molto caro, quello della maternità, cui guarda con profonda reverenza. Una donna posa con un tralcio inaridito fra le mani, che si rinvigorisce per rigermogliare all’improvviso. Cosa fa rivivere questo racemo vegetale, allegoria della figura femminile? Appunto l’esperienza della maternità e la consapevolezza, da parte della madre, di fare confluire la propria energia nella figlia e di riceverne a sua volta luce e calore vitale. La figlia è ritratta in alto a destra in un “quadro nel quadro” che rinvia ad un’opera realmente eseguita dal pittore stesso, per il quale «la maternità è una dolce follia che illumina la vita».
In Christian aveva 22 anni quando…è il titolo stesso a condurci verso il significato ricercato dall’artista e a sottolineare quell’aspetto temporale tanto frequente nelle sue opere. Un incidente stradale ha stroncato la vita di questo ragazzo nel pieno dei suoi vent’anni, durante il percorso di ritorno da una discoteca, «follia pura, frutto dei nostri tempi». Il pittore pone unicamente degli interrogativi, senza proferire giudizi, scegliendo di ritrarre il soggetto da bambino, felice e giocoso, e lasciando al titolo il penoso compito di dichiararne la fine. Attraverso questa breve e allusiva frase, D’Acunzo rimanda al futuro per creare una sorta di spazio temporale che suggerisce lo sviluppo e poi la dissoluzione della giovane esistenza del ragazzo; egli si è avvalso dello stesso “espediente” nel titolo dell’opera Marco Pantani: allora primo, poi solo, eroe drammatico che la follia della droga ha lasciato nella più totale solitudine, dopo anni passati sul podio.
In mostra sono esposte anche quattro stampe su tela dedicate agli Evangelisti, i cui originali sono stati realizzati nel 2008 per la Chiesa Cattedrale Maria Santissima dell’Annunziata di Tursi. Anche le modalità secondo le quali l’artista affronta il tema sacro meritano attenzione. D’Acunzo da un lato attinge al tradizionale repertorio iconografico legato al Vangelo, dall’altro però inserisce particolari che rimandano all’età contemporanea. L’Evangelista Matteo, ad esempio, ha sullo scrittoio monete di Euro verso cui protende la mano, che però è artritica; ciò che lo contraddistingue è proprio il suo aspetto “comunemente” umano. L’Evangelista Giovanni viene presentato come un falconiere mentre ammansisce l’aquila, simbolo classico dell’Evangelista, quasi a volere suggerire che la parola del Vangelo ci rende più sicuri, maggiormente padroni di noi stessi e della nostra vita. In quest’opera la luce sembra emergere da una spirale, irradiando l’ambiente e illuminando non solo i due protagonisti, ma soprattutto la parola di Cristo scritta sul Vangelo. Nell’Evangelista Marco, ambientato a Venezia, più che al simbolo del leone si fa riferimento alla città che venera il santo; lo sfondo, infatti, si apre su un suggestivo scenario lagunare. L’Evangelista Luca, cui si attribuisce la prima raffigurazione della Madonna, viene rappresentato al fianco dell’icona mariana a lui attribuita, mentre il simbolo “canonico” del bue è solo appena accennato. Nella parte superiore dell’opera sono visibili gli strumenti di lavoro di un pittore contemporaneo.
D’Acunzo non poteva tralasciare la “santa follia” che distingue i grandi uomini di fede. Ritrae, infatti, anche figure che predicano il Vangelo nel presente: persone che alla fede hanno dedicato la propria vita e i cui volti rivelano una grande umanità. Una scelta “folle” la loro, animata da una passione fortissima, da una vocazione tale e da una determinazione così grande da abbandonare se stessi per donarsi completamente agli altri. Madre Teresa: servire è vivere; Papa Luciani: il sorriso breve; Progetto Don Benzi: il sorriso della fede sono tutte opere contraddistinte da ottimismo e solarità, che si dispiegano in sorrisi di speranza e fede. Il pittore rende omaggio anche alla personalità religiosa di Monsignor Francesco Nolè, attuale vescovo di Tursi. L’opera a lui dedicata, Monsignor Nolè: la consapevolezza, esprime serenità e fiducia e al contempo rivela la fermezza di un Pastore che si dona totalmente e gioiosamente ai suoi fedeli.
Altri protagonisti di questa copiosa rassegna sono “gli uomini della comunità”. Con questo termine l’artista intende riferirsi a tutti coloro i quali fanno parte della comunità tursitana e che in un modo del tutto inconsapevole hanno acquisito nel tempo una propria notorietà. Sono figure legate alla cultura popolare, a quella civiltà contadina cui la società contemporanea si è ormai sostituita. M’chej di’ Vigghiott’; N’cow; Cicc’ u’ furbettin’ ne sono un esempio. Si tratta di opere che ritraggono fedelmente i volti di questi uomini, contraddistinti da un’espressione affabile e sorridente che non li allontana molto dai personaggi pierriani. Una rievocazione che lega ancora più D’Acunzo al poeta, anche se i due non si sono mai conosciuti di persona. Come Pierro, anche l’artista non intende certo sottolineare gratuitamente l’aspetto pittoresco dei suoi personaggi. Il suo intento è tutt’altro, quasi di carattere antropologico: vuole che di questi uomini si conservi la memoria per le generazioni future, come “pezzi di storia di Tursi” e del nostro paese più in generale.
Oltre agli uomini della comunità, vengono ritratti anche altri personaggi noti nell’ambiente tursitano. In alcune opere, come in Federica, è possibile rintracciare echi pop, per il tipo di lumeggiatura e per l’uso di colori smaltati e luminosi. Non stupisce questo sottile riferimento, poiché D’Acunzo ha sempre guardato con grande interesse all’America e alla sua cultura artistica contemporanea, come era evidente già in diverse opere della fine degli anni Settanta, dove ne citava palesemente alcuni principi. L’utilizzo, formalmente neutro, di immagini legate alla vita quotidiana e contestualizzate in uno spazio “vuoto”, guarda proprio ad alcune ambientazioni in voga nella Pop-art.
D’Acunzo ha utilizzato per la realizzazione di tutte le opere una vasta gamma di colori acrilici; attraverso velature e ripetute sovrapposizioni di colore nonché mediante l’abituale ricorso a ombre colorate, egli cerca di raggiungere un effetto sfumato, che sarebbe più facilmente ottenibile con la tecnica a olio. L’artista è solito usare colori sintetici per i loro effetti di particolare lucentezza, utilizzando come supporto pittorico tavole in compensato o pannelli di mediodensit preventivamente trattati.
Equilibrio sopra la follia
è una rassegna che vuole indurre, senza forzature, alla riflessione su temi contemporanei e inaugurare l’inizio di un nuovo percorso artistico di D’Acunzo, cui abbiamo il piacere di assistere.

 

L'INTRODUZIONE del Catalogo Generale Del Tour è opera di Michelangelo Salpietro, Editorialista del Corriere Del Mezzogiorno

 

Inoltre, hanno parlato in generale del tour:

Quotidiano "LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO",  - "Tour d'arte per D'Acunzo" - di Salvatore Verde

Rivista Specializzata "in ARTE", luglio 2010, pag. 24-25 - "Equilibrio sopra la follia" di Vincenzo D'Acunzo - di Giovanna Russillo

 

LE TAPPE

Lauria Superiore (PZ), 30 maggio - 8 giugno

La tappa è stata inaugurata con il convegno "Handicap come momento aggegante più che disgregante"

Hanno parlato della tappa:

Quotidiano "Il Quotidiano della Basilicata", Giovedi 3 giugno 2010, pag. 45 sez. "CULTURA E SPETTACOLI" - "Equilibrio sopra la follia, il tour d'arte di Vincenzo D'Acunzo" - di Pierantonio Lutrelli

Quotidiano "LA NUOVA Basilicata", Venerdì 4 giugno 2010, pag. 28 sez. "Metapontino" - "L'equilibrio sopra la follia nell'arte di D'Acunzo" - di Gianluca Pizzolla

Quotidiano "L'ECO di Basilicata, Calabria, Campania", Martedì 15 giugno 2010, pag. 11  - "Vincenzo D'Acunzo in tour con Equilibrio Sopra La Follia"

 

La tappa si è conclusa con la visita di S. E. Mons. F. Nolè (vescovo della diocesi di Tursi - Lagonegro) accompagnato da circa un centinaio di prelati. Calorosa la partecipazione dei centri sociali della zona e della cittadinanza.

 

Per maggiori approfondimenti sulla tappa, si rimanda al profilo facebook dell'artista: http://it-it.facebook.com/people/Vincenzo-DAcunzo/100001147662956

 

Padula (SA), 13 - 18 giugno

La tappa è stata inaugurata con il convegno "La Follia: un'ermeneutica tra eccessi, arte e fede"

Hanno parlato della tappa:

Quotidiano "Il Salernitano"  - "Nella Certosa di San Lorenzo le tele del maestro D'Acunzo" - di Patrizia Luogno

La tappa è stata inaugurata e visitata da S. E. Mons. A. Spinillo (vescovo della diocesi di Teggiano - Policastro). Calorosa la partecipazione dei centri sociali della zona e della cittadinanza. La tappa  è stata onorata dall'apprezzamento scritto del Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica.

 

Per maggiori approfondimenti sulla tappa, si rimanda al profilo facebook dell'artista: http://it-it.facebook.com/people/Vincenzo-DAcunzo/100001147662956

 

Pomarico (MT), 20 - 26 giugno

La tappa è stata inaugurata con il convegno "Vita di Strada"

Hanno parlato della tappa:

Quotidiano "Il Quotidiano della Basilicata", Venerdì 18 giugno 2010  - "Un'artista nel segno dell'indagine sociale" - di Nunzio Festa

Quotidiano "Il Quotidiano della Basilicata", Venerdì 25 giugno 2010  - "La Vita di Strada secondo l'artista D'Acunzo" - di Nunzio Festa

 

La tappa ha visto coinvolta l'amministrazione comunale che ha voluto rilasciare all'artista pubblico riconoscimento per la sua performance culturale e sociale.

 

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Bernalda (MT), 3 - 9 luglio

La tappa è stata inaugurata con il convegno "Associazionismo e Disabilità"

Hanno parlato della tappa:

Quotidiano "LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO", Sabato 3 luglio 2010  - "La follia sana è fonte di genio e creatività" - di Angelo Morizzi

 

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Aliano (MT), 12 - 18 luglio

La tappa è stata inaugurata con il convegno "Il Dono della Vita"

Hanno parlato della tappa:

Quotidiano "Il Quotidiano della Basilicata", Sabato 17 luglio 2010, pag. 33  - "Il Dono della Vita fa tappa ad Aliano" - di Valeria Gennaro

Periodico "LA VOCE DEI CALANCHI", 4-11 luglio 2010 - Menzione

 

La tappa è stata visitata, tra gli altri, dal presidente della regione On. Vito De Filippo e dal direttore de 'Il Quotidiano della Basilicata' Paride Leporace.

 

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Senise (PZ), 21 - 29 luglio

La tappa è stata inaugurata con il convegno "Artisticamente Abili: oltre la disabilità, l'arte come espressione di sè"

Hanno parlato della tappa:

Quotidiano "LA NUOVA Basilicata", Giovedì 22 luglio 2010, pag. 31  - "La mostra di Vincenzo D'Acunzo fa tappa a Senise"

Quotidiano "LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO", Gioveì 29 luglio 2010, pag. XXII  - "Fa tappa a Senise la mostra d'arte di D'Acunzo - Un viaggio nell'arte"

 

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Policoro (MT), 1 - 10 agosto

La tappa è stata inaugurata con il convegno "Associazionismo e Disabilità" tenuto dal dott. F. Orlando del centro padri trinitari di Venosa.

 

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Tursi (MT), 12 - 22 agosto

La tappa è stata inaugurata con il convegno "L'uomo immagine di Dio"

Hanno parlato della tappa:

Quotidiano "Il Quotidiano della Basilicata", Martedì 17 agosto 2010, pag. 30  - "Tursi, mostra di D'Acunzo Mastrosimone soddisfatta"

 

La tappa è stata inaugurata con la presenza di S. E. Mons. F. Nolè (vescovo della diocesi di Tursi - Lagonegro) e altre autorità, tra cui l'assessore regionale alla cultura Mastrosimone.

 

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Santuario di Anglona (Tursi), 2 - 8 settembre

La tappa è stata inaugurata al termine della cerimonia di costituzione del parco letterario Albino Pierro e della presentazione del libro "Poesia e Fede in Albino Pierro" di F. Trifuoggi.

Hanno parlato della tappa:

Quotidiano "LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO", Giovedì 2 settembre 2010, pag. XVII  - "Albino Pierro tra fede e poesia"

Quotidiano "LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO", Lunedì 6 settembre 2010 - "La Conversione di Pierro resta un'incognita" - di Salvatore Verde

 

Ai lavori della giornata inaugurale hanno preso parte numerosi esperti, letterati, politici, giornalisti, tra cui si segnala la presenza del vescovo Mons. F. Nolè, del presidente della regione Basilicata Vito De Filippo, del presidente della provincia Franco Stella. Ha fatto da scenario il santuario di Anglona, gremito.

 

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Potenza, 18 - 26 settembre

La tappa è stata inaugurata con il convegno "i Giovani e l'Arte: un binomio possibile nella Sfida Educativa"

Hanno parlato della tappa:

Quotidiano "Il Quotidiano della Basilicata", Venerdì 17 settembre 2010, pag. 20  - "A Santa Maria in mostra i ritratti di D'Acunzo"

Quotidiano "Il Quotidiano della Basilicata", Sabato 18 settembre 2010, pag. 23  - "In Equilibrio sopra la follia"

Quotidiano "LA NUOVA - ESTATE", Domenica 19 settembre 2010  - "A Potenza fa tappa da oggi e fino al 26 settembre il tour d'arte Equilibrio sopra la follia di Vincenzo D'Acunzo"

Quotidiano "LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO", Domenica 19 settembre 2010, pag. XXII  - "Nella Parrocchia di Santa Maria incontro tra giovani e arte"

Periodico "ControSenso", ottobre 2010  - "Gli studenti di due istituti potentini visitano Equilibrio sopra la follia di Vincenzo D'Acunzo"

Quotidiano "Il Quotidiano della Basilicata", Domenica 26 settembre 2010, pag. 24  - "Nella parrocchia di Santa Maria studenti in Equilibrio sopra la follia"

 

Per maggiori approfondimenti sulla tappa, si rimanda al profilo facebook dell'artista: http://it-it.facebook.com/people/Vincenzo-DAcunzo/100001147662956

 

Matera - Sassi, 1 - 10 ottobre

La tappa è stata inaugurata con il dibattito "Equilibrio sopra la follia - una missione per l'arte durata 4 mesi da Lauria a Matera-Sassi, in undici tappe". Al dibattito ha preso parte anche il poeta satirico Roberto Linzalone.

Hanno parlato della tappa:

Comunicato Stampa ufficiale della provincia di Matera

Quotidiano "LA NUOVA Basilicata", Giovedì 30 settembre 2010, pag. 19 sez. Matera e Provincia  - "Quando l'arte diventa un equilibrio sopra la follia"

Quotidiano "Il Quotidiano della Basilicata", Venerdì 1 ottobre 2010  - "I ritratti di D'Acunzo in Equilibrio sopra la follia" - di Maria De Carlo

Quotidiano "Il Quotidiano della Basilicata", Venerdì 1 ottobre 2010  - "I ritratti di D'Acunzo"

 

Quotidiano "LA NUOVA Basilicata", Martedì 12 ottobre 2010, pag. 19 sez. Matera e Provincia  - "Tensioni Emotive"

 

La tappa si è conclusa con la visita ufficiale del presidente della provincia di Matera Franco Stella e con la consegna del titolo "ACCADEMICO DI MERITO" della Norman Accademy da parte del delegato provinciale cav. Giuseppe D'Ettorre.

 

Per maggiori approfondimenti sulla tappa, si rimanda al profilo facebook dell'artista: http://it-it.facebook.com/people/Vincenzo-DAcunzo/100001147662956

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Tappa Lauria, visita del vescovo Mons. Francescantonio Nolè

 

 

 


Tappa Lauria, visita ad uno dei centri sociali

 

 

 

 

 

 


Tappa Padula, lavori di inaugurazione

 

 

 


Tappa Padula, intervento del vescovo Mons. Spinillo

 

 

 

 

 

 


Tappa Pomarico, convegno di inaugurazione - sala consiliare

 

 

 


Tappa Pomarico, consegna della targa per meriti artistici

 

 

 

 

 

 


Tappa Bernalda, convegno inaugurale

 

 

 


Tappa Bernalda, convegno inaugurale

 

 

 

 

 

 


Tappa Aliano, visita del presidente della regione Basilicata De Filippo e del direttore de "il Quotidiano della Basilicata" Leporace

 

 

 


Tappa Aliano, visita del presidente della regione Basilicata De Filippo e del direttore de "il Quotidiano della Basilicata" Leporace

 

 

 

 

 

 


Tappa Senise, convegno inaugurale

 

 

 


Tappa Senise, visitatori della mostra

 

 

 

 

 

 


Tappa Policoro, un momento del convegno inaugurale

 

 

 


Tappa Policoro, visitatori della mostra

 

 

 

 

 

 


Tappa Tursi, convegno inaugurale

 

 

 


Tappa Tursi, visitatori della mostra

 

 

 

 

 

 


Tappa Anglona, convegno inaugurale

 

 

 


Tappa Anglona, convegno inaugurale

 

 

 


Tappa Anglona, convegno inaugurale

 

 

 


Tappa Anglona, convegno inaugurale

 

 

 


Tappa Anglona, visitatori

 

 

 

 

 

 


Tappa Potenza, convegno inaugurale

 

 

 


Tappa Potenza, visita delle scuole

 

 

 

 

 

 


Tappa Matera, intervento del presidente della Provincia di Matera Stella durante il dibattito inaugurale

 

 

 


Tappa Matera, intervento del poeta satirico Linzalone

 

 

 


Tappa Matera, visitatori

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Il Cav. Giuseppe D'Ettorre mentre consegna la pergamena di accademico

 

 

 

 Percorso Pittorico