COMMENTI GENERALI ALL’OPERA di Isabella PALAZZO |
L’immagine iniziale che traspare dalla lettura dei componimenti è quella di un uomo che si scopre a meditare lungo la riva del mare (Settembre Jonico). Il mare lo affascina con i suoli caldi colori settembrini, lo riconduce ad una pace interiore, ad un senso di abbandono, lo incanta col volo di gabbiani girovaghi, con gli anfratti annidati. Un luogo carico di tensioni, ma anche crogiolo di ricordi, trasporto e abbandono davanti all’ultimo sbuffo / ormai domo / sull’azzeramento a riva. E’ un naufrago alla spasmodica ricerca della terra ferma, consapevole che la terra stessa è un’isola. Lo spirito indomito si sprigiona attraverso i componimenti successivi, in un turbinio di sensazioni dapprima velate, via via sempre più enigmatiche, a testimoniare il senso dello smarrimento e la complessità dell’io che vorrebbe manifestarsi nella sua interezza ma rimane ingabbiato e sempre latente. Quasi un fiume sinuoso che, dopo aver percorso i primi tratti in pianura, sprofonda in oscuri meandri sotterranei per affiorare in superficie e sfociare nel mare, dove le sue acque si dileguano fino a confondersi e sparire, trascinate da una corrente che porta lontano, verso altre spiagge, dove aleggia il ricordo di antichi miti (La Sibilla – Fox trot) in cui il pensiero si annega in lontane leggende e dimentica gli affanni quotidiani. E’ il tormento di chi si interroga sull’essenza della vita, sull’assurdo socio-convenzionale-quotidiano: di chi vorrebbe preservare la sua unicità, la sua libertà, ma finisce per accettare le convenzioni, le regole imposte dal sociale. Conosce l’ideale, lo condivide, lo pratica con assoluta fedeltà fino a dissiparlo. Per diluire il turbamento rincorre l’idillio, l’ispirazione artistica, si lascia catturare da fugaci appagamenti sensuali; crea il suo mondo di Alice dove l’aspirazione alla libertà trova un attimo di appagamento, per godere dei colori del mare e dell’alba: rinascita di nuova vita. Il bisogno di scandagliare l’universo femminile emerge nelle liriche Magico-stregato / La gabbia del cuore / Vorrei tornare. La donna appare come un libro senza figure, privo di immagini, difficile da interpretare a cui si contrappone l’ideale di mamma come sicuro sostegno dell’esistenza. |