Vincenzo D'Acunzo
Artista
home page biografia galleria
percorso pittorico percorso poetico contatti

 

Brevi Note Biografiche (a cura del critico d'arte Luna Donvito)

Vincenzo D’Acunzo nasce nel 1950 a Padula nel salernitano e nel ‘70 si trasferisce a Tursi in provincia di Matera, dove attualmente vive e lavora. La sua infanzia dura, vissuta lontano dalla figura materna, se da un lato lo tempra e lo prepara alla vita, dall’altro gli fa dono di una grande e acuta sensibilità. Probabilmente, infatti, proprio l’irrisolta lacerazione interiore dovuta alla mancanza della madre lo conduce a una ricezione molto precoce della tragicità della condizione umana, di cui si fa carico fin da giovanissimo, trovando forse nell’arte un conforto anche se, sicuramente, non la pace. È attraverso l’arte, infatti, che fra molti tormenti ha elaborato il suo pensiero, preferendo affidarlo alla voce delle sue opere, capace di urlare tutto il suo rammarico. Fino alla maggiore età D’Acunzo ha creduto che l’arte fosse una distrazione, ma poi essa è diventata una parte integrante della sua esistenza e un’urgenza implacabile che lo ha condotto a trasporre nelle proprie opere la sua visione della vita per affidarla al mondo. Comprendendo che nell’arte poteva risiedere il suo più efficace mezzo di comunicazione, egli inizia a dipingere su sacchi di farina nel magazzino di famiglia, dove scopre un metodo per accostarsi all’opera d’arte «così come si fa davanti a un compito di matematica», come lui stesso ha affermato. Individua dunque il suo metodo, rigoroso e tenace, introspettivo e sorretto da una costante e vorace voglia di nuovo. Nell’arte trova gli strumenti linguistici che gli permettono di dare forma visibile a domande destinate a restare enigmi irrisolti. «L’arte, quella vera, fa solo domande, non ha il compito di dare risposte», ha osservato Bonito Oliva, proponendo una chiave interpretativa che ci sembra applicabile anche all’opera di D’Acunzo. La carriera artistica di D’Acunzo è da subito iniziata sotto il segno dell’indagine sociale. I suoi esordi, infatti, sono caratterizzati dall’ossessiva presenza di figure lignee prive di connotati fisici, asessuate e simili a marionette senza fili; figure inermi e spesso prese in vortici di corruzione e immoralità. L’uomo-burattino, protagonista di opere come il Trittico Sociale, Parte I, Inserimento o Giochi con la natura, svela quanto poco influente sia la posizione individuale dell’uomo rispetto ad alcune dinamiche della nostra società. Ciò nonostante, non appare una visione del tutto pessimistica quella di D’Acunzo, poiché la vasta e vivace gamma cromatica che egli utilizza, ingentilendo il suo messaggio, sembra riservare una speranza di redenzione per l’uomo, sopraffatto da una società spesso alienante. L’artista negli anni evolve la sua ricerca in una direzione ancora più intimista, in cui l’uomo viene visto, piuttosto che come un individuo definito, sempre di più come un concetto o per meglio dire una “cosa”, nel senso ricercato da Nietzsche nel tentativo di liberarsi dall’antropomorfismo. Alcune ambientazioni, infatti, rivelano aneliti metafisici nelle scenografie rarefatte e quasi mistiche, come in Alla luce della luna. D’Acunzo è attratto dalla creazione di nuovi enigmi e tende a trasformare le immagini reali in icone simboliche; egli attinge spesso a un repertorio di temi e motivi che rinviano a una dimensione filosofico-metafisica: il tempo, l’enigma dell’aldilà, la figura ricorrente dell’oracolo. Gli anni Ottanta sono per l’artista fecondi e ricchi di stimoli; anni in cui nuove suggestioni e idee lo conducono ad esiti sempre diversi. In questo periodo i “magnetismi” che agiscono su di lui sono moltissimi e i suoi indirizzi stilistici sembrano cambiare nel breve arco di tempo che divide il giorno dalla notte. Una parte della sua produzione rivela un totale rifiuto della figura umana per fare spazio a desolati paesaggi, resi con pennellate ampie in larghe campiture di colore. Totalmente assente qualsiasi forma di vita umana o animale: è l’artista stesso a definire questi dipinti “deserti colorati”, per la ricercata assenza di ostacoli visivi e l’uso generoso del colore. Alla metà del decennio la sua attenzione si volge per breve tempo alla scultura in creta, attraverso la quale inizia a realizzare quell’intreccio fra arte e artigianato che egli andrà sempre perseguendo in forme nuove. Sul finire degli anni Ottanta si assiste infatti ad un’ulteriore svolta in questa direzione: iniziano per D’Acunzo le prime sperimentazioni in cui, guardando al precedente dell’arte povera, saggia un nuovo metodo espressivo, adottando materiali comuni come plastica, scarti industriali e avanzi di plexiglass per realizzare quelle che, come Affaccio industriale, lui definisce “mininstallazioni”. Come è noto, l’uso di materiali di scarto e il ricorso alla forma dell'installazione come luogo della relazione tra l’opera e l’ambiente circostante, sono prerogative di molta arte contemporanea. L’artista in passato ha dichiarato: «Sto cercando di fondere due modi di essere, fino a qualche tempo fa contrastanti: l’artista e l’artigiano. Non voglio privarmi del piacere di manipolare, rettificare, rigenerare materiali vari». Nel 1992 D’Acunzo approda pienamente al riciclaggio; seppure la forma d’espressione sia cambiata, egli non manca di infondere messaggi di denuncia sociale nei suoi assemblaggi. A tal proposito Massimo Falleroni scrive: «se non fosse per i colori che sceglie, la sua opera sarebbe un atto d’accusa spietato e se vogliamo naturale». Pezzi di radiatori, orologi, segnaletica stradale, scarti industriali tornano a godere di nuova vita nelle sue opere. Avere a che fare con pezzi meccanici di fattura complessa per poi scomporli, rappresenta per l’artista un rito quasi catartico, che gli regala la sensazione purificatrice di «semplificare una complessità», di risolvere un’equazione matematica per tornare ad avere fra le mani numeri da reinventare. Nella vita quotidiana si disperde una cifra incalcolabile di cose e a lui non piace lasciar andare via niente: tutto è potenzialmente fruibile nell’arte, così come nella vita. In questa fase che ama definire hard, egli usa moltissimo il plexiglass, che poi abbandonerà perché troppo “gentile”. Tra le opere più significative di questi anni c’è Anime Schiuse: quasi una metafora del mistero del tempo, visto come un filo ineludibile su cui si infrangono tutte le nostre considerazioni, e oltre il quale tutto si frammenta per disperdersi nell’ignoto. Nel ‘94 l’artista si dedica a Focolume, fire – light, opera brevettata, in cui si mette alla prova come architetto – designer. Si tratta di una grande stufacamino che sembra la gigantografia materializzata di una lanterna e rivela quella vena fanciullesca che D’Acunzo ha sapientemente conservato nel tempo. Il titolo dell’opera scaturisce da una crasi tra le parole fuoco e luce, ma foneticamente rimanda anche alla parola antica focolare. Nel ‘95 l’artista realizza una installazione polimaterica, intitolata Evento: un presepe contemporaneo, creato usando materiali di scarto come eternit e lamiere, ma anche un’antenna televisiva che fa da cometa e un tempometro ricavato dai resti di una lucidatrice. Protagonista dell’opera è la luce in cui è immersa la piattaforma del ponte che collega il passato al presente e in cui si realizza la nascita di Cristo nell’era contemporanea. Le uniche figure, quelle imprescindibili di Gesù, di Giuseppe e di Maria, sono rigorosamente in plexiglass e, illuminandosi, sembrano liquefarsi nella luce. Nel 2000 D’Acunzo è impegnato nella messa in opera delle vetrate per la sala ricevimenti Miramare, inglobata nell’omonimo complesso turistico di Roseto Capo Spulico nel cosentino. Per l’occasione realizza sei pannelli ricavati dall’assemblaggio di materiali riciclati, reperiti all’interno dello stesso ristorante tra gli scarti dei lavori di costruzione del complesso. Alcune note musicali decorano il fregio superiore dell’installazione, mentre nello scomparto inferiore l’artista evoca attraverso allusioni visive l’ignoto, come una sorta di universo separato dallo scibile umano mediante una linea di demarcazione (forse il tempo?) su cui vanno a infrangersi le nostre valutazioni. Il nuovo millennio si apre con un’ulteriore virata. Ha inizio una fase caratterizzata da un graduale ritorno al figurativo, con lo sguardo rivolto a temi di ispirazione mitologica. Questa esperienza mette in luce ancora una volta la predisposizione al riciclaggio di D’Acunzo. Sarà, infatti, il retro di alcuni manifesti utilizzati durante i lavori al Miramare per limitare la caduta di colore sui pavimenti, a fare da supporto pittorico e da sfondo ai nuovi soggetti, quasi in un recupero forse casuale, ma pienamente riuscito, della prassi dell’action painting. Giasone, Orfeo ed Euridice, Ercole ed Esione, Niobe e Melibea si annidano tra i casuali grumi di colore, figure mitiche che appaiono tormentate dalle stesse pene terrene che affliggono l’uomo contemporaneo. La pennellata è veloce, poco costruente ma incisiva, e lascia intravedere in alcuni disegni echi simbolisti. Nel corso degli anni l’artista ha scritto due raccolte di poesie - Tursi…Pane Casereccio e Sulle rive dello Ionio - e realizzato numerosi restauri per la città di Tursi, confermandosi un artista poliedrico, caratterizzato da un’insaziabile smania di conoscere e sperimentare. L’ultima produzione è ricca di pezzi dedicati a soggetti sacri, che D’Acunzo realizza utilizzando modelli dal vero, come avveniva nei secoli passati, ma ricorrendo ad ambientazioni in abiti contemporanei. Il pittore attualmente è impegnato nell’esecuzione di un’opera di notevoli dimensioni, contraddistinta da una ricchissima gamma cromatica, che raffigura l’Incoronazione della Vergine.


1973
1974
1974
1975
1975
1975
1975
1976
1976
1976
1977
1977
1977
1978
1978
1979
1980
1981
1981
1982
1982
1983
1985
1985
1986
1986
1986
1986
1986
1986
1989
1990
1992
1992
1992
1993
1993
1993
1993
1993
1993
1993
1993
1994
1994
1996
2000
2001
2001
2001
2002
2004
2005
2008
2008

TURSI (MT): Mostra della ricerca 1°premio
Mostra personale
MATERA: Mostra E.P.T. - Premiato
MOLITERNO (PZ): Mostra "Circolo Unione" - Premiato
TEGGIANO (SA): Biennale d'Arte Sacra (Naz.) - Premiato
FERRANDINA (MT): Selez. Reg. - Ammesso Conc. Naz.
ROTONDA (PZ): Concorso Nazionale - Selez. Speciale
MATERA - FERRANDINA: Concorso Internaz. - Premiato
Mostra personale
ROMA: Internaz. "Città Eterna" - Premiato
Rassegna d'arte pittori lucani - Premiato
METAPONTO (MT): Estemporanea Nazionale - Premiato
SCANZANO J. (MT): Estemporanea regionale - Premiato
SALA CONSILINA (SA): Mostra personale
MONTESANO SCALO (SA): Estemporanea Naz. - Premiato
SAN PIETRO IN BEVAGNA - MANDURIA (TA): Conc. Naz. - Premiato
MIGLIONICO (MT): Estemporanea Naz. - Premiato
Mostra personale
CASTELLANETA MARINA (TA): Estemporanea Naz. - 1° Premio
Concorso Naz. COSTA VERDE - Premiato
CASTELLANETA (TA): Concorso naz. - Premiato
Mostra personale
MIGLIONICO (MT): Estemporanea naz. - 1° Premio
Mostra personale
SPINOSO (PZ): Collettiva Artisti d'Oggi - Premiato
GRASSANO (MT): Estemporanea - Segnalato
PISTICCI (MT): Estemporanea Nazionale - Premiato
MONTESANO S. M. (SA): Estemporanea naz. - Premiato
SPINOSO (PZ): Estemporanea - Premiato
Mostra personale di Ceramiche Artistiche
S. ARCANGELO (PZ): Collettiva pittori lucani
1992 - 1993 - Coreografia  e regia spettacoli musicali
COLOBRARO (MT): Collettiva pittori italiani
EUROP'ART GENEVE (Galleria Palma Arte)
 ACAF - 3 MELBOURNE (Galleria Palma Arte)
Selezionato PREMIO ITALIA '93 - Parigi
CESENATICO - galleria "Il Quadrato": Collettiva Riserv. 20 Artisti
Termine dell'Installazione fruibile "Fire - Light" (focolume)
L'AQUILA: Selezionato per la Collettiva First Art Word"
TURSI (MT): Esegue l'installazione L'EVENTO
ART Jonction International CANNES (Galleria Palma Arte)
LINEART GENT (BELGIUM) (Galleria Palma Arte)
PISTICCI . Collettiva di Pittori Italiani
CESENATICO: Finalista 10° Conc. internaz.
EXPO ARTE '94 - BARI
SCANZANO J. (MT) Restauro del monumento "La Madonnina"
ROSETO CAPO SPULICO (CS): Esegue l'installazione "MIRAMARE"
BOLOGNA: Collettiva pittori italiani Centro Arte
Vescovado Diocesi Tursi - Lagonegro: Esegue gli stemmi dei vescovi
MOSTRA ITINERANTE DEL TRENTINO: Collettiva
POLICORO Hotel Heraclea: Esposizione opere in plexiglass - Personale
Pubblicazione del libro di poesie "Sulle rive dello Jonio"
Presentazione ufficiale del libro di poesie "Sulle rive dello Jonio"
Cerimonia di benedizione opera "S. Andrea Avellino - Confessore e Guida"
Cerimonia di benedizione della serie "Gli Evangelisti" (4 ovali)
I giornali che hanno scritto:
IL TEMPO;
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO;
PUGLIA;
BASILICATA;
LUCANIA;
CITTA' DOMANI;
PISTICONIA;
CORRIERE DEL GIORNO;
LA NUOVA BASILICATA;
IL MATTINO;
IL TIRACCIO 2000;
TURSITANI;
IL QUOTIDIANO;
TURSITANI on line

E' presente su dizionari e riviste:
STORIA DI TURSI, edizione77
I NIPOTI DI DIO, edizione 79
MASTER MAGAZINE, marzo - aprile 1990
CAT. INTERNAZ. D' ARTE CONTEMP.,91
ARTISTI DI BASILICATA, 1992
FIRST ART WORLD, 94
QUADRI & SCULTURE, 93
ART LEADER, 94
TURSI, NOTE ED IMMAGINI, edizione 1987
AMICIZIA & CULTURA, edizione 1994
CAT. UFFICIALE EXPOARTE 94
ART AND WORDS SELECTION 95 - 96
TOP ARTS, 1994
ART DIARY, 2002
ARTE ITALIANA DAL NOVENCENTO AD OGGI, settembre 2001

Emittenti radio - televisive che hanno trasmesso servizi giornalistici:
RAITRE
TELERADIO DEL MEZZOGIORNO
TV LUCANA
TELENORBA
RADIO UNO
VARIE RADIO PRIVATE

I critici e giornalistici che hanno parlato:
S.E. Mons. Rocco TALUCCI
Rosa Maria FUSCO
Giovanni PROSPERI
Massimo FALLERONI
Giovanni DI TOMMASO
Franco PALUMBO
Stefania RIZZO
DON PEDRO
Oscar VISENTIN
Donato FUSCO
Franca DI TOMMASO
Andrea RAGAZZO
Filippo MELE
Roberto CAMARDO
Emanuele Correa D'OLIVEIRA
Luigi CAMPESE
Teresa CRISPINO
Salvatore MARTIRE
Salvatore VERDE
Leandro VERDE
Emerico GIACHERY
Rocco BRANCATI
Emilio ANDRISANI
Eufrasia MELLACQUA
Isabella PALAZZO
Antonio RONDINELLI
Aldo ZACCONE
Le redazioni dei giornali
NOTA: Gli articoli, le recensioni e le pubblicazioni sono disponibili nella rubrica "Percorso Artistico"