Vincenzo D'Acunzo
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Vincenzo D'ACUNZO artista
tra sperimentazione e riciclaggio di scarti
 

" [ ... ] L'urgenza di scavare nell'abisso più fondo delle cose, di voler farsi carico di indagini, si traduce, in D'ACUNZO in ricerca di oggetti all' "apparenza" inservibili che l'autore manipola per ingentilirli poi con il colore e dar loro un senso che rasenta il metafisico [ ... ]
E l'oltre artistico è la sfida che D'Acunzo lancia a se stesso e rinnova di volta in volta: ricercatore indefesso, egli è costantemente proteso a oltrepassare i confini sempre provvisori della sua arte.
Questo processo di trasformazione e continuo superamento del precedente lo ha condotto a una forma di estremizzazione del riciclaggio [ ... ]"
da Il Tiraccio 2000 Stefania Rizzo

" [ ... ]
L'arte riciclata si traduce, dunque, in emblema della condizione umana, di chiara connotazione pessimistica rappresentata dallo schematismo imperante, in un crescendo vertiginoso dove il dipinto compartito in spazi regolari e ossessivi anticipa le scansioni cromatiche, in trasparenti cornici di plexiglass, vere e proprie teche che trattengono a stento un'immagine che esplode e prosegue su immaginarie sequenze successive e parallele.
La pittura procede così per stratificazioni, caricandosi di tutte le fatiche e le antinomie della contemporaneità. E' un universo dove lungo una netta linea di demarcazione si depositano gli oggetti del nostro vivere quotidiano e che è impossibile penetrare a fondo per indagare l'oltre, l'ignoto. [...]"

da
Il Quotidiano Teresa Crispino
 

"Anime schiuse"
(altri particolari dell'opera in "galleria mininstallazioni plexiglass")

da "Sulle Rive dello Jonio

 "Poesie malinconiche, sospese, incantate eppure non c’è nostalgia.
Vincenzo D’ACUNZO “Sulle rive dello Jonio” effettua una sorta di “Ritorno a Kandahar”: tra realtà e sogno, visione e memoria. I suoi versi ti danno, nello stesso momento, la sensazione dello sradicamento ma anche di un ancestrale senso di appartenenza. [...]"
dalla Presentazione del libro Rocco Brancati
 

" [...] Colpisce immediatamente il lettore l’incontro con due epici soggetti: l’Io ed il mare.
Il rapporto rassomiglia più ad un’identificazione che ad un rispecchiamento, tanto il protagonista uomo è impaziente, intollerante di mediazioni culturali e intellettuali che mortifichino la sua diretta irruenza. [...]
"
dal commento del Prof. Emerico Giachery

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